Il movimento viscerale
I diversi movimenti
Il movimento viscerale si divide in due categorie, secondo l’apparato che li influenza o li controlla.
Queste categorie sono:
- Sistema nervoso somatico
- Sistema nervoso autonomo
- Ritmo craniosacrale
- Motilità viscerale
Sistema nervoso somatico
Il movimento viscerale indotto dal sistema nervoso somatico è il più semplice da esaminare, fa parte dell’apparato motorio che governa ogni movimento volontario.
Il moto volontario è il risultato della mobilizzazione delle strutture scheletriche sotto il controllo del sistema nervoso centrale. È importante tenere presente che ogni movimento osservabile è la somma di numerosi piccoli movimenti che interessano spesso le articolazioni multiple.
Il sistema motore è fonte dei movimenti passivi dei visceri e, in quanto tale, è un fattore che entra nella mobilità viscerale.
I visceri sono mossi passivamente dall’incedere, dal correre, dalla flessione del busto e dagli altri movimenti scheletrici macroscopici. Tutti i visceri sono contenuti all’interno di una di queste cavità: cranio, torace e addome. Queste ultime due sono solo in parte formate dallo scheletro, e possono cambiare facilmente forma (con gli organi in essi contenuti) secondo i movimenti del corpo.
Sistema nervoso autonomo
Il movimento viscerale volontario autonomo, che ha impatto sia diretto che indiretto sugli organi interni, comprende: il movimento diaframmatico, cardiaco e peristaltico.
Movimento diafframmatico
La fisiologia descrive per esteso il movimento del diaframma per quanto attiene al meccanismo della respirazione, ma trascura la sua azione sui visceri addominali.
Il diaframma compie circa 20 000 movimenti al giorno, tirando e respingendo ogni volta con sé i polmoni e gli organi addominali.
Il tronco contiene le cavità pleurica e peritoneale, che sono anatomicamente chiuse e strutturalmente correlate per la loro contiguità. Attraverso il diaframma che le separa, esse sono collegate anche funzionalmente. Il diaframma agisce da pistone, sollevandosi e abbassandosi nel cilindro formato dal tronco. Nel corso dell’inspirazione, quando il diaframma scende, esso produce un’espansione del torace e la compressione dell’addome.
Poiché il diaframma si abbassa durante l’inalazione, si verifica una diminuzione della pressione intra-toracica che, a sua volta, fa sì che l’aria penetri negli alveoli per mezzo della trachea e dei bronchioli. Il volume della cavità toracica viene così aumentato.
Quando scende il diaframma il volume totale degli organi interni non è comprimibile, e lo spazio residuo tra gli organi è minimo. Per permettere la discesa del diaframma, il cilindro addominale subisce una deformazione.
Posteriormente e inferiormente, il cilindro è composto di strutture scheletriche: la colonna vertebrale e il cingolo pelvico.
La forza esercitata dal movimento del diaframma non è sufficiente a deformare queste strutture ma basta per spingere in avanti la parete addominale anteriore composta solo di muscoli e tessuto connettivo. Il volume perso a causa dell’accorciamento della distanza tra il diaframma e la pelvi viene recuperato dall’aumento del diametro antero-posteriore.
La continua deformazione della parete addominale nella sua fluttuazione tra le due posizioni estreme di fine-inspirazione e fine-espirazione causerà lo slittamento e la frizione dei visceri tra di loro all’interno dell’addome.
Movimento cardiaco
Questo movimento si ripete circa 100 000 volte al giorno e ha un’azione diretta su polmoni, esofago, mediastino e sul diaframma che trasmette queste vibrazioni alla cavità addominale assieme al movimento ritmico che gli è proprio.
L’onda del movimento del sangue che si allontana dal ventricolo sinistro si propaga attraverso la rete arteriosa sino al più remoto capillare dell’organo più lontano. Così, anche la più piccola variazione può assumere una considerevole importanza dal momento che subisce 100 000 sollecitazioni al giorno lungo un asse patologicamente modificato.
Movimento peristaltico
Consiste in grandi onde contrattili, che rimescolano e fanno circolare il contenuto dei visceri: interessa gli organi cavi ed è soggetto all’influenza di fattori neuronali, chimici e ormonali.
Rispetto ai movimenti diaframmatico e cardiaco ha un minore influsso sulla mobilità viscerale.
di Jean-Pierre Barral, Pierre Mercier – Manipolazione viscerale