Le cadute sulla schiena
Le aree interessate dal trauma
Le cadute sulla schiena o sulla parte superiore del tronco sono, in genere, alquanto spettacolari, poiché, di norma, avvengono da un luogo elevato, come una scala a pioli o le scale di casa.
L’impatto provoca spesso una temporanea incapacità respiratoria, come la dispnea acuta (“Non avevo più fiato!”). Il diaframma è molto sensibile alle brusche variazioni di pressione e pertanto è facilmente danneggiato da tali urti.
Gli incidenti automobilistici e gli sport violenti come il football americano comportano spesso un impatto traumatico con il tronco.
Considereremo di seguito quattro aree topografiche interessate da questo tipo di trauma: torace, addome, pelvi, colonna.
Torace
I traumi chiusi al torace variano dalla semplice contusione alle fratture multiple costali. La gravità di tali lesioni dipende dai loro effetti sulla funzione respiratoria e circolatoria.
Possiamo distinguere:
- Lesioni esterne che interessano la parete toracica e il meccanismo respiratorio
- Lesioni interne che interessano polmoni, trachea, grandi vasi o il cuore
I problemi respiratori, dalla semplice difficoltà di respirazione a disturbi più gravi con coinvolgimento cardiovascolare, come una copiosa emorragia interna, influenzano notevolmente la prognosi.
Addome
La parete muscolare addominale trasmette tutta l’energia traumatica ai visceri intraddominali. Il trauma addominale chiuso è dato da contusioni o lesioni la cui gravità è correlata all’intensità e all’ubicazione dell’impatto iniziale.
La natura delle lesioni varia:
- Negli organi “compatti” (fegato, milza e reni)
- Negli organi “cavi” (stomaco, intestino)
In tutti i casi, l’emorragia interna rappresenta il rischio grave più immediato.
Pelvi
Si tratta di traumi chiusi che comportano contusioni e/o lesioni osteoarticolari. Come nel caso dell’addome, vi è un rischio di rottura viscerale localizzata (in questo caso a carico di reni, uretere o vescica).
Vi è anche un rischio di grave emorragia, non solo da lesioni viscerali, ma anche da lesioni ossee, che possono sanguinare copiosamente e causare la perforazione di rami arteriosi.
Nel caso di frattura delle ossa iliache, l’emorragia proveniente dalla regione ossea può dar luogo a un voluminoso ematoma.
Colonna
Le lesioni della colonna vertebrale possono essere isolate o associate ad altre lesioni. Sono quasi sempre di natura ossea o osteoarticolare (frattura vertebrale, distorsione, sublussazione) e la loro gravità dipende dalla presenza di lesioni al midollo dovute a compressione o all’incuneamento di un frammento osseo.
Le lesioni spinali alte, che coinvolgono la colonna cervicale, hanno tendenza a causare lesioni midollari immediate o secondarie di gravità variabile (paraplegia, quadriplegia).
Le lesioni spinali basse, della colonna toracica o lombare, possono provocare una paraplegia di gravità variabile, secondo il livello della lesione midollare.
Gli osteopati devono avere grande familiarità con i segni iniziali – parestesia, formicolio e diminuzione della forza muscolare segmentale – al fine di evitare l’aggravarsi di tali lesioni.
Tutte le lesioni a carico del midollo spinale comportano un rischio di sequele, per esempio la paralisi.
di Jean-Pierre Barral, Alain Croibier – Trauma: un approccio osteopatico